Hai sempre pensato che essere multitasking sia un vantaggio?
Hai sempre sbagliato.
Il multitasking è nemico della crescita personale e del successo professionale. L’aumento di produttività che comporta è in realtà solo illusorio. Quante volte ti è capitato di dire, alla fine della giornata: “oggi ho lavorato 10 ore ma non ho concluso niente?” È l’esempio più concreto del danno da multitasking.
Una massima pressoché universale in ogni settore che approcci l’uomo in modo olistico recita: “dove va la tua attenzione, va la tua energia“. Se la tua attenzione si fraziona, anche la tua energia subirà analoga frammentazione, con il risultato che quella dedicata a ciascuno dei compiti di una seduta in multitasking sarò davvero minima e minimi saranno di conseguenza i risultati.
Pensiamo ad uno scarico ostruito. Se proviamo a rovesciarci sopra l’intero contenuto di una pentola che può contenere 3 litri d’acqua, avremo buone possibilità che la forza sprigionata da quell’impatto possa risolvere il problema. Se, invece di una pentola, usiamo uno scolapasta con la stessa capienza, le decine di fori presenti sul recipiente faranno fuoriuscire l’acqua in altrettanti rivoli che non avranno alcuna possibilità di disgorgare lo scarico. Ci ritroveremo col medesimo problema ma privi delle risorse per affrontarlo.
Le ricerche scientifiche
Anche volendo restare saldamente radicati alla scienza, la Stanford University ha effettuato una serie di ricerche proprio su questo argomento, arrivando alle stesse conclusioni e con il fondato sospetto che più a lungo ci si dedica a questa attività e più il nostro cervello subisca addirittura dei danni, anche in modo permanente.
I ricercatori hanno appurato che il multitasking è meno produttivo rispetto al fare una sola cosa per volta. Hanno anche riscontrato che chi è convinto di essere fantastico ed iper-produttivo nel gestire più incarichi ed azioni in simultanea e adotta questa modalità in modo sistematico, risulta in realtà un peggior multitasker rispetto alla persona abituata a gestire una sola operazione alla volta. In pratica, un bombardamento di stimoli ed incarichi, costante e protratto nel tempo, diminuisce la capacità del cervello di selezionare le informazioni rilevanti, organizzare i pensieri ed ottimizzare il lavoro. Sempre i ricercatori della Stanford hanno determinato che a queste ridotte capacità corrisponde una minor densità nelle zone del cervello deputate all’empatia, al controllo emotivo e cognitivo. Con il pesante sospetto che si tratti di danni permanenti.
I settori della vita
Nella crescita personale, nei processi creativi, nella soluzione di problemi, nella vita relazionale, nelle prestazioni sportive, nei combattimenti, in ogni settore della nostra esistenza, la capacità di azzerare ogni disturbo esterno e canalizzare tutta l’attenzione su una singola cosa è di importanza fondamentale e determinante per la riuscita ottimale di qualsiasi impresa. Pensate, ad esempio, a come possa aumentare il rischio di errori in un delicato e millimetrico intervento chirurgico se il chirurgo, con il bisturi in mano, controlla la posta elettronica, aggiorna lo status su facebook, e magari parla al telefono col figlio…
O pensate a quanto sia impossibile comprendere le effettive esigenze di un cliente, se anziché osservarlo ed ascoltarlo con la massima attenzione, vi dedicate simultaneamente a mille altre questioni.
Come agire, dunque?
Meglio procedere – tutte le volte che è possibile – con una operazione alla volta. Apro, eseguo, chiudo e passo alla successiva. Meglio organizzare il lavoro e la giornata in modo che ci siano sempre spazi non multi-tasking. Soprattutto quando si tratta di ascoltare ed osservare. Impariamo ad affilarci come una lama e a non disperderci come l’acqua nello scolapasta. Non solo ci sarà più facile percorrere la strada del successo professionale, grazie ad un cervello allenato e potenziato, ma l’intera nostra vita sociale ne trarrà beneficio.
Forbes, 2014: Multitasking Damages Your Brain And Career, New Studies Suggest