In molti ci chiedono se sia possibile organizzarne una versione del master in Life & Relationship coaching in cui non sia necessaria la presenza fisica.

In altre parole la domanda ricorrente è se sia possibile diventare un coach relazionale con dei corsi online, a distanza.
La risposta non è semplicissima.
Un buon percorso formativo in coaching, almeno nella sua parte più teorica, può sicuramente essere impostato anche con didattica a distanza, ma ci sono una serie di aspetti, abilità, risorse e obiettivi formativi, per i quali è indispensabile essere presenti in aula, insieme ai docenti e agli altri partecipanti.
Il ruolo dei corsisti è infatti prezioso, perché consente la sperimentazione diretta delle metodiche in studio, calandosi sia nella veste di coach, che in quella di cliente, sotto la supervisione dei docenti, che possono segnalare in tempo reale anche quegli aspetti della comunicazione non verbale che emergono solo con la presenza fisica e l’interscambio diretto.
Inoltre, uno dei punti di maggior forza del nostro metodo esclusivo AIM®️ è proprio la validazione delle emozioni sul piano corporeo, mirata al ripristino (o la conquista) dell’equilibrio tra mente e corpo.
Lo strumento più potente utilizzato nel metodo, proprio per far emergere le criticità e le rigidità mentali e corporee, che si traducono in fattori di squilibrio, è la relazione.

La relazione è un interscambio di pensieri, emozioni e reazioni che proviene dalla presenza fisica di un altro essere umano, con il suo corpo, i suoi sentimenti e le sue esperienze.
I compagni di corso diventano dunque partner-specchio, per massimizzare l’apprendimento in termini di efficacia e rapidità, delle vere e proprie guide che insegnano a cogliere e far cogliere gli elementi trasformanti contenuti nelle esperienze formative. Senza la loro presenza fisica e senza l’interazione fra corpi ed emozioni, non si può stimolare e sviluppare l’osservatore esterno, non ci si può avvalere delle esperienze altrui e del loro valore ridimensionante o di prezioso spunto per un mutamento di prospettiva e significato. E dunque, non si è in grado di apprendere completamente come aiutare il cliente ad ottenere questi traguardi.
Senza la presenza fisica dei corsisti, chiamati a mettere i gioco i loro corpi, le loro emozioni, le loro ferite, le loro esperienze e le loro energie, si può imparare a fare il coach, ma non si può “diventare” un coach, soprattutto un coach relazionale.
È possibile, ovviamente, impostare un percorso online con alcuni elementi formativi di consapevolezza, crescita e teoria che siano conquistabili a distanza, collegandosi con altri partecipanti e con i maestri solo virtualmente, e non escludiamo di organizzarci in tal senso, in prossimi sviluppi delle nostre attività didattiche.
Tuttavia un tale meccanismo, per sua natura, non può che essere limitato e limitante, depotenziato e dunque meno efficace. Dovrebbe e potrebbe essere solo un “primo livello”, a cui in ogni caso, far seguire un percorso in presenza fisica, se si vuole godere appieno del cambiamento trasformativo per la propria vita e per quella dei futuri potenziali clienti.